martedì 19 marzo 2013

Petardi e cascate

Sembrava impossibile ma anche dopo 10 giorni di pioggia le rocce istriane ci hanno accolto in maniera egregia! A dire il vero sabato eravamo molto dubbiosi, ma l'abbiamo tentata. Direzione Buzet, alla volta del solito settore Pengari (o anfiteatro, insomma quello nuovo che stiamo frequentando assiduamente). La "cumpa" è formata dall'ormai triestincroatizzato Luca (De Demo) e l'uomo-trapano Cedo. Sul posto inoltre viene a testare la roccia un altro forte climber istriano, Gogo, assieme alla sua compagna. Prima volta per loro a scalare nel nuovo settore Pengari, che porta anche la firma di Gogo visto che una via (la variante destra di "Too Late" ancora da liberare) è opera sua. La giornata parte con un estro creativo. Infatti proviamo in top rope una via ancora da chiodare subito a destra del 6b+ di riscaldo. Verrà fuori un ottimo tiro attorno al 7a. Ognuno ha la sua missione odierna, tranne Cedo che ha una vera e propria crociata con la sua creatura "Skitalica", il 7c+ che Luca ha liberato due fine settimana fa. Ormai sono circa 5 volte che cade in cima alla via causa ghisa!
Luca e Gogo partono combattivi su "Too Late", lo splendido 8a della falesia.
Io invece mi dedico a provare l'ultima via di Cedo, che due week-end fa ho pulito e testato. Il project "Petardo", così chiamato per via del duro boulder iniziale. Il primo giro lo spendo per armare la via ed a darle ancora una pulita. Così facendo finisco il riscaldamento con un bel brivido, visto che mentre moschetto l'ultimo rinvio (ovviamente con i piedi ben sopra lo spit precedente) parte della presa che sto tenendo si rompe. Roba da pigliare un imodium per portare a casa le mutande sane....
Passato lo spavento parto con l'idea di vedere meglio la sezione dura iniziale, basata sul raggiungere in modo dinamico delle prese abbastanza ridicole per dimensioni. La vera difficoltà sta nell'assenza di buoni appoggi per i piedi. Quelli presenti sono piccoli e messi male. Ringrazio la mia altezza che mi permette di eseguire buona parte della sequenza con un tallonaggio discreto.
In questo tentativo inaspettatamente cado lanciando (malamente) alla presa buona che conclude il crux. Tutto colpa del piede sinistro messo a caso. Trovo l'appoggio più adatto (in ogni caso una schifezza) e mi faccio calare per ripartire subito. Anche se sento peggio le piccole tagliole da usare come appigli il piedino appena scoperto mi permette di superare il boulder. Timoroso di fare qualche cappella sui restanti 25 metri di 7c che mi separano dalla catena scalo deciso ma imparanoiato di fare qualche cazzata. Ciò che mi preoccupa di più è la sequenza dal penultimo all'ultimo rinvio. Qui lo strapiombo è più pronunciato e si devono fare dei movimenti fisici, inizialmente con pochi appoggi (e anche svasi). Il più aleatorio richiede un incastro di ginocchio molto scivoloso.... Ciononostante supero anche questo movimento ma su più bello, mentre metto il piede finalmente su qualcosa di buono mi scivola. Probabilmente ho sfiorato qualche chiazza di bagnato. Sbandiero in pratica tenendomi solo sulla mano sinistra (la destra stava su un intermedio per due dita alquanto piccolo) e sono vicinissimo a cadere. Per fortuna come il corpo ritorna verso la parete centro subito l'appoggio e veloce scappo verso le ronchie! E' fatta! Seguendo buone prese arrivo in catena, prendo bene corda per moschettonarla (sta sopra la mia testa, mentre l'ultimo spit è a 3 metri se non di più sotto i miei piedi). Come la corda entra nel moscettone parte del ronchione che sto tenendo si rompe e mi ritrovo appeso. Per fortuna alla catena! Altra dose di imodium che parte! Queste sono le forti emozioni che regalano le prime salite! Libero così "La Petarda" (petarda significa petardo in croato), così chiamata in onore della brutale sequenza situata tra il 3°e 4° rinvio. Come al solito il grado passa in secondo piano rispetto alla bellezza sublime della via (e anche al processo che sta dietro la realizzazione della FA!). In ogni caso siamo sempre nel range 8a+/b. Paragonata a "Bleach" (la via più dura del settore, da me liberata e proposta 8b) "La Petarda" è nel complesso più facile, anche se la sequenza chiave forse è più impegnativa. Per questo propongo l'8a+ duro, che potrà essere tranquillamente innalzato ad 8b se i ripetitori lo vorranno (e stesso discorso per il downgrade!). Purtroppo come riscontro ho solo il veloce tentativo di Rocco che intimorito dalle dolorose tacche ha speso pochi tentativi prima di ritirarsi. Ma sono sicuro che un tiro così bello non resterà irripetuto a lungo!
Purtroppo i miei amici non hanno la stessa fortuna sulle loro fatiche. Cedo ormai all'interno di un circolo vizioso cade sempre in cima alla sua "Skitalica", mentre Luca e Gogo cadono alti sul crux di "Too Late". Sconsolato per la meteo poco favorevole per l'indomani decido di fare un giro su "Skitalica" anche se la pelle ormai piange. Questa maratona di pura resistenza (30 metri strapiombanti in puro stile Rodellar, ovvero buone prese che comunque alla fine ghisano) l'avevo provata con Cedo qualche mese fa, proprio quando aveva finito di chiodarla. Più che scalata l'avevamo pulita (infatti al secondo giro ero caduto con un pezzo di canna tra le mani....). Insomma un flesh senza la gloria in caso di riuscita. Fino a metà via tutto ok, poi iniziano i dolori! Le braccia si gonfiano a dismisura, anche perchè sono stato fermo troppo e mi sono raffreddato. Diventa duro anche tenere le ronchie finali! Ma conquisto la catena anche questa volta. Confermo il 7c+, a mio parere per niente banale. Prima del rientro sosta obbligata al pub di Buzet, dove il panino piccolo è una volta e mezza uno normale qui da noi. Al locale incontriamo altri ragazzi croati che hanno passato la giornata sui mitici strapiombi/tetti di Pandora. Il posto è asciutto, quindi domani, anche se sarà nuvoloso e freddino sappiamo dove andare!
Rincasati voliamo subito alla festa di laurea della Sara Bacer (110 e lode nella specialistica di fisica....), dove tra una birra e qualche scherzo alla laureata formiamo lo squadrone per la gita di domenica.
Il gruppo domenicale è ancora più corposo. In velocità elenco i presenti: Luca (sempre lui), Cedo (idem), ADM, il Bacerino e i montanari Sara Avoscan con annesso moroso Omar. Arrivati a Pandora vengo ancora una volta colpito da questo posto unico e magico. E' la terza volta per me in questo spot, l'ultima datata primavera 2010. Lascio che parlino le foto da sole perchè sprecherei troppe parole. Dico solo che quello che si vede in mezzo al tetto è un buco passante dove nei periodi piovosi un fiume crea una cascata......








Le nuvole ed il venticello si fanno sentire. Le combattiamo con un bel fuocherello che scalda anche parte del libidinoso 7c "Chin check".

More fire babylon! (foto by ADM)

Non ricordo bene se l'avevo già salito o meno (8a.nu dice di no), in ogni caso lo scalo a vista. Anche ADM ed il Bacerino lo tentano in questo stile, ma purtroppo vuoi per le dita fredde o per l'inesperienza nella scalata al primo giro lo chiudono rispettivamente al terzo e secondo giro. Anche Omar dice la sua andando vicino a chiudere "Neytiri", l'8a della falesia, on sight. La fa sua al secondo giro. Cedo e Sara invece non riescono a rendere bene con climi freddi. Sara riesce comunque a fare il 7c, ma per una signorina che nei periodi di forma va in finale di coppa del mondo e ha nel curriculum l'8a+ a vita è poca cosa. Cedo invece ha bisogno di minimo 20 gradi per essere performante. Quindi quando il termometro è sotto i 10 non è felice come il sottoscritto.
Qui ho tanti tiri duri da provare. Avendo scalato solo due volte prima di oggi ho proprio l'imbarazzo della scelta. Mi lancio su un 8b+, "Es ist vollbracht" (o qualcosa del genere, non si offendano i buoni austriaci e tedeschi, primi a chiodare qui, se sono poco abile con la loro lingua).

In action sul 8b+ (foto by ADM)

Una figata. Soprattutto l'uscita mi entusiasma un casino! Sembra di essere al pannello (in senso buono, non perchè è scavata o bricolata). Tutti i movimenti mi riescono molto bene (infatti anche se stanco al terzo giro cado oltre metà via) tranne un mezzo passaggio in uscita del tettone. Qui studio tutti gli incastri possibili, ma niente, non ci siamo (il giorno dopo il buon Polo mi dirà di cambiare semplicemente mano per risolvere l'arcano....). La giornata finisce a suon di pendoloni e salti nel vuoto. Che dire se non I LOVE ISTRIA!

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